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Cosa ne è di quella folla di sottopensieri inutili, sconnessi, senza senso, che brulica di continuo in ogni mente? Volti, visioni frammentarie, interrogativi slabbrati, brevi favole incompiute, mondi alternativi e fugaci, scartati ancor prima di essere visitati. Di solito tutto ciò viene taciuto, rimosso: è il non-detto per eccellenza. Eppure, secondo Michaux, sono queste fantasie inesplorate, diverse per ciascuno, ciò che più di ogni altra cosa ci caratterizza individualmente. Scrivere è per lui un atto di insubordinazione alla logica e alle semplificazioni, una rivolta contro la banalità delle parole e del discorso letterario. Ma è anche sintomo di un bisogno acuto di verità. Questo libro indaga l'antiletteratura: ricerca dell'ibrido, oscillazione tra senso e nonsenso. Affiora così quel "monde irrévélé" dell'infanzia, intesa come metafora della vulnerabilità e solitudine della condizione umana.