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Già in Ippocrate e in Galeno, nel quadro dell'antica concezione degli umori, a certi dati somatici corrispondono determinati caratteri morali. Ma in epoca moderna le relazioni fra "corpo" e "anima" hanno subito una revisione radicale. Studiare queste relazioni, dal corpo "represso" e irrigidito delle rappresentazioni tradizionali, al corpo "parlante" e plastico del romanzo e della scena settecenteschi, vuol dire interrogarsi su un passaggio fondamentale della cultura europea, le cui conseguenze ci riguardano più che mai da vicino. Questo è l'intento comune agli interventi qui riuniti che si sono tenuti nell'ambito dei Seminari di Sant'Arcangelo, organizzati dall'Associazione Sigismondo Malatesta.