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La separazione dei genitori giunge come un temporale nella vita di un ragazzo undicenne e peserà come un macigno sulla sua fragilità interiore. Lo stesso momento drammatico assume toni e aspetti diversi a seconda dell'angolazione, degli occhi di chi guarda. Per il padre la separazione è una scelta di vita, per la madre una spinta a non arrendersi in nome di un figlio da crescere. Pur sapendo dove andare, si aspetta un vento favorevole che non arriva mai e si resta fermi come in un stato di bonaccia. Si riflette sugli eventi costantemente e con una sola certezza: l'irreversibilità degli errori. "Ci si chiede di continuo se ci si stia sbagliando, se la propria soglia di tolleranza sia troppo bassa o se ci sia sempre una strada per ricominciare, semmai ne valga la pena. Poi, però, arriva un momento in cui ci si accorge che non c'è più tempo per riprovare, si sente l'urgenza del momento se ci si volta indietro a guardare tutto il perduto, nell'attesa del niente e di tutto quanto non è mai arrivato".