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"A vita è poisia" è un inno alle proprie origini e alla propria famiglia. Qual è il confine tra ciò che è personale e ciò che può essere collettivizzato affinché dia voce a tutti? La risposta è molto semplice: coloro che leggeranno le poesie di Francesco Conti si ritroveranno anche nelle sfumature più personali e intimistiche. Non si tratta di scovare le poesie lontane dagli ambienti familiari per ritrovarsi. Tutt'altro. Infatti, il macrocosmo, di cui qualche volta si parla anche in termini politici, lo si ritrova nel mondo, né piccolo né ristretto, del nostro autore, anche quando sembra passare attraverso un filtro personale e territoriale. Le poesie, scritte perlopiù in vernacolo siciliano, sono verbate in modo accurato, con una scelta linguistica e lessicale che permette alle cose di "riappropriarsi" del termine giusto. Francesco Conti ci racconta di sé, della propria famiglia, dei ricordi anche dei genitori, ma anche della contemporaneità fatta di moglie e figli, del paese e delle relazioni, di un amore smisurato ma che si misura nelle piccole cose di ogni giorno, affinché non ci si perda.