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"Del resto Marchetti è questo: un autore che ama servirsi dell'inciampo ironico, a volte umoristico, a volte persino comico per manifestare antiretoricamente la sua serietà di fondo (osservazione minima, ma qui tutti i versi cominciano con la maiuscola, come nel più antico, e mi pare non maliziosamente adibito, dei precetti): una serietà - preciso - capace di imbarcare un'abbondanza impressionante di suggestioni e di citazioni e cripto-citazioni (di varia e persino stravagante provenienza). Marchetti gioca qui (e gioca sempre) sul filo del jeu de mot, del calembour, del paradosso. Non è una questione da poco perché la poesia è per eccellenza luogo di paradossi, tuttavia distinguendosi dalla filosofia perché la filosofia, amando i paradossi, desidera risolverli [...] mentre la poesia no, li ama e basta." (dalla prefazione di Giovanni Tesio)