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Il volume propone una riflessione sul concetto warburghiano di Pathosformel, coniato nell'alveo della storia dell'arte, suggerendone un ampliamento e un uso interpretativo anche per i testi letterari. Attraverso testualità e media differenti, viene rintracciata una formula di pathos che sembra caratterizzare, in modo trasversale, la modernità: lo sguardo femminile inespressivo. Quello che emerge è un percorso fatto di frammenti, incontri, interludi che costruiscono ponti intermediali attraverso le poetiche fondamentali del modernismo, del realismo, del postmodernismo: dalle bevitrici di assenzio di Degas, Toulouse-Lautrec ma anche Jean Rhys, alle ragazze lavoratrici delle serie fotografiche di Marianne Breslauer e della narrazione in versi di Elio Pagliarani; dalle donne sole dei quadri di Edward Hopper e dei romanzi di Cesare Pavese, all'accostamento di alcune serie fotografiche di Cindy Sherman con la produzione romanzesca di Ali Smith.