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Quando nell'autunno del 1945, con copertina grigia e al prezzo di un rublo d'argento comparve la prima parte della raccolta "Le cime di Pietroburgo", Butkov era uno scrittore ancora quasi sconosciuto. Eppure era stato vicino a Dostoevskij e ai grandi russi come Puskin e Gogol'. In "Cime" ci presenta una Pietroburgo divisa "verticalmente", dalle cantine fino alle mansarde. In basso vivono i lavoratori e piccoli commercianti, nel mezzo i benestanti e sotto le nuvole la folla di piccoli impiegati e intellettuali poveri e sognatori.