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L'analisi di alcuni contributi rilevanti nel campo della difesa della società dal crimine e della sociologia della devianza ha confermato l'interesse, nel passato, a individuare soluzioni di carattere preventivo, repressivo e punitivo, esclusivamente per la figura del deviante, trascurando, di conseguenza, la vittima. Sebbene la nascita della vittimologia e il lento abbandono di quella generale visione reo-centrica diano il via a una nuova fase di studio sociale e scientifico per comprendere il ruolo della vittima, anche nella dinamica di un fatto anti-giuridico e anti-sociale, in termini di complementarietà con l'autore o responsabilità nell'accadimento dell'evento, viene ancora oggi rappresentato uno scenario disarmonico e non accettabile che attenua talora la colpa dell'autore e che nel contempo stigmatizza la vittima, impedendole di essere sostenuta dalla società nella riconquista della propria dignità umana e personale, allontanandola dal progetto di costruzione di una società vittimo-centrica.