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Nel periodo immediatamente successivo al Congresso di Vienna lo Stato Pontificio vantava una significativa organizzazione degli organismi di tutela del patrimonio storico-artistico. Tra questi proprio le Commissioni ausiliarie di Belle Arti svolsero un'intensa attività tra il 1820 e il 1860. Il testo ne traccia la storia, delineando le grandi personalità che le animarono, quali furono Fea, Nibby e Valadier, e ricostruisce il panorama eterogeneo entro il quale esse operarono, ponendo l'attenzione sui rapporti tra la Commissione centrale e quelle periferiche istituite nelle Delegazioni e nelle Legazioni pontificie. Dopo un inquadramento storico-amministrativo dello Stato Pontificio, il volume passa in rassegna alcuni casi di studio, concentrandosi sull'attività delle Commissioni ausiliarie e sul dibattito culturale posto alla base degli interventi attuati.