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Schivi, ombrosi e solitari, oppure vitali, pieni di entusiasmo, vulcanici. Gli outsider sono l'"altra faccia della Luna" nell'arte: perché, non riuscendo a trovare il proprio posto nella società, combattono la loro guerra (spesso interiore, spesso contro il sistema, ancor più spesso entrambe) appollaiati come tanti piccoli soldati lungo la sottile linea rossa che separa il dentro dal fuori, il qui dal là, il dove dall'altrove. Ecco cosa sono gli outsider, personaggi geniali, ognuno a suo modo, che si sono ritrovati, più o meno inconsapevolmente, a vivere "fuori", ai margini, perché il "dentro" non era posto per loro. Insomma, per dirla con Carmelo Bene: «Il talento fa quel che vuole, il genio fa quel che può». Ce n'è di ogni genere e tipo: c'è chi, come Nietzsche, è socialmente arrivato ma dal suo fuoco interiore è annientato; poi ci sono i suicidati dalla società, protagonisti di vite intense e tragiche (Vincent van Gogh), i sovrani che vivono nel castello ma sognano l'alchimia (Rodolfo II), i musicisti che si allontanano dal potere e diventano poveri (Mozart), i fattoni che vorrebbero aver successo ma fanno di tutto per non averlo (Hunter S. Thompson). E tanti altri ancora. Attraverso i suoi trenta ritratti che riportano le gesta di personaggi indimenticabili - fra i quali spiccano: Carmelo Bene, Francesco Borromini, Philip K. Dick, William Blake, Michel Foucault, Charles Bukowski, Arthur Rimbaud, il Marchese de Sade, Leonora Carrington, Woody Guthrie eccetera -, questo libro ci dice che la differenza fra l'outside(r) e l'inside(r) è lo scarto infinitesimale fra quel che è, quel che fu e quello che (di noi, o meglio di loro, gli outsider) mai sarà! Introduzione di Nicola Mazzocca.