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Reduce della guerra civile spagnola, internato nei campi di concentramento francesi, militare sul fronte greco-albanese, comandante della divisione intitolata alla memoria di Felice Cascione in Italia durante la Resistenza, ferito in combattimento, sia in Spagna che sulle montagne della provincia di Imperia dove, già all'indomani dell'8 settembre 1943, cominciò a organizzare le prime bande partigiane. Basterebbero questi pochi elementi per capire come la vita di Giuseppe Vittorio Guglielmo, meglio conosciuto come Vittò, sia stata straordinaria. In questo libro, in cui vengono ripercorse, con piglio narrativo, le tappe fondamentali della sua esistenza, emerge uno spaccato del Novecento. Un'esistenza che assomiglia a un romanzo per un uomo che personaggio di un romanzo lo è stato per davvero. La figura di Vittò, infatti, ha ispirato il comandante Ferriera de "Il sentiero dei nidi di ragno", prima opera di Italo Calvino. Vittò è stata una figura leggendaria per tutti coloro che fanno e hanno fatto parte di quel mondo frontaliero del Ponente ligure che, come ha scritto nell'introduzione a questo volume Antonio Gibelli: "scolpisce con i tratti della montagna impervia e del mare selvaggio i suoi protagonisti, iscrivendoli, quasi naturalmente, in una dimensione superiore, europea e fortemente internazionalista, e marcando di speciali intonazioni individuali, quasi solitarie, anche le loro esperienze più cariche di carattere collettivo e corale.