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Gli odori invadono L'Avana: carburante grezzo, cibo fritto, frutta tropicale e tabacco si mischiano nelle strade affollate della capitale cubana. La luce è implacabile, così come i temporali che, nei mesi estivi, si abbattono sulla città. La storia e il clima sono stati in grado di produrre qualcosa di unico in questo angolo del Golfo del Messico. L'Avana fu un tempo splendente città coloniale e ricco porto dei Caraibi. Nella prima metà del secolo scorso divenne la città dei casinò e del gioco d'azzardo, la Las Vegas dei Tropici. Oggi, nella capitale di uno Stato socialista che ha introdotto nel paesaggio urbano il rigore dello stile sovietico, gli slogan della propaganda e le divise militari, la popolazione si appresta a vivere un cambiamento epocale, dopo l'annunciata fine dell'embargo statunitense, durato più di mezzo secolo. L'Avana riassume in sé tutte le contraddizioni di Cuba. Lorenzo Pini ci guida nella sua esplorazione provando a decifrare i codici della sua storia travagliata attraverso il filtro della letteratura, del cinema e dei riti quotidiani della popolazione. Un reportage narrativo che descrive i principali quartieri fino alle periferie Est e Ovest, fuori dai percorsi turistici, in una geografia che si ricompone pezzo dopo pezzo inseguendo le pagine di numerosi libri ambientati a L'Avana. Un viaggio che si addentra nel mito del Che e di una Rivoluzione che resiste al tempo e si incarna ancora nell'egemonia dei Castro.