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Atene, perla architettonica dell'Attica affacciata sul golfo e protesa verso monti e colline, costituisce un'anomalia storica. Se gli scavi ne datano le prime fondamenta a oltre 5000 anni fa, la città divenne capitale della Grecia soltanto nel 1834. Nel corso dei secoli subì l'occupazione di ogni cultura e civiltà europea: dai primi fondatori provenienti dall'attuale Albania alle potenze naziste, passando attraverso persiani, macedoni, romani, slavi, goti, veneziani, francesi, catalani, turchi, italiani e bulgari. La primigenia struttura dell'acropoli fu gradualmente modificata dai vari dominatori divenendo fortezza, castello, tempio, moschea, cattedrale e perfino harem. L'età dell'oro di Atene raggiunse il suo apogeo nel V secolo a.C, con i grandi progetti architettonici di Pericle. Ma è sugli ultimi due secoli che John Gill concentra l'attenzione, facendoci riflettere su quanto la quintessenza di Atene come culla della democrazia sia stata enfatizzata dalla fantasia romantica degli intellettuali dell'Ottocento. La città è oggi un affascinante mosaico. Se nei quartieri del centro è ancora possibile passeggiare lungo gli itinerari percorsi da Sofocle o Platone, il tempo sembra essersi fermato all'atmosfera del piccolo borgo ottocentesco di viuzze e casupole, brulicante di una società multietnica che si muove fra mercati, taverne e teatri. Altrettanto interessanti sono i quartieri periferici dove si muovono le nuove avanguardie letterarie, musicali e architettoniche.