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Lifting, rinoplastiche, mastoplastiche, lipo-suzioni, iniezioni di collagene: il corpo alla fine del XX secolo è divenuto estremamente mutabile, e la sua alterazione è ormai insita nella cultura occidentale. Elizabeth Haiken ci racconta la ricerca della perfezione fisica dall'Ottocento a oggi: se nel dopoguerra l'obiettivo era quello di praticare operazioni al solo scopo medico, nei pazienti cominciava a esplicitarsi il desiderio di alterare il proprio fisico a piacimento. Da parte sua la medicina ufficiale stentava a legittimare quella branca della chirurgia, accusata di mettere in campo più arte che scienza. Nel 1923 la chiacchieratissima rinoplastica della celebre attrice comica Fanny Brice segna la svolta: la mano del chirurgo non opera per ricostruire, ma per rispondere a una preoccupazione estetica. Citando una ricchissima quantità di fonti (relazioni mediche, riviste, guide alla bellezza) e numerose celebrità tra cui Cher e Michael Jackson, la Haiken svela come la nostra cultura sia arrivata a percepire la chirurgia estetica come una panacea per problemi individuali e sociali. Una storia umana e oggettiva, tracciata con acume, che riesce a toccare questioni intriganti come la standardizzazione del corpo, la manipolazione ideologica, la valorizzazione di se stessi, il pregiudizio, il genere, l'etnia e la corsa al guadagno. Il prezzo da pagare per un'estrema democrazia, in cui ogni ragazza può diventare Miss America. Prefazione di Marco Gasparotti.