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Analizzando la discografìa di oltre quaranta gruppi e cantanti, il saggio di Gargano e lannetti si propone di studiare i rapporti che intercorrono, lungo il decennio 1965-1975, tra il sound della Nazione Hippie e l'Oriente. I_a sezione "Gli innocenti all'estero" illustra i debiti che la musica inglese ha nei confronti di quella indiana. A partire dai Beatles, e in particolare da George Harrison, tale ascendente si esercita muovendosi in tutte le direzioni: il folk la psichedelia il progressive; il rock; il pop; il jazz. "Gli agnelli d'America" ci mostra come la musica a stelle e strisce, segnata dalla guerra in Vietnam e dai violenti scontri razziali, non si sottragga alla moda dell'orientalismo e, grazie a innumerevoli mediazioni culturali (Thoreau, Kerouac, Ginsberg, Pirsig), riservi grande spazio all'orient blues della Butterfìeld Blues Band; al raga rock dei Byrds; al magic train di Crosby, Stills & Nash; all'amore, alla devozione e all'abbandono di Santana. "Indiani d'Italia" descrive come il caldo Vento dell'Est soffi anche sul Bel Paese, spazzando via le nuvole di Canzonissima e di Sanremo in virtù della world music degli Aktuala e dei N.A.D.M.A., dello space rock dei Brainticket, dell'omaggio ad Alien Ginsberg dei Living Music, dell'attaccamento a Krishna di Claudio Rocchi e della voce-strumento di Alan Sorrenti.