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Sette quadri narrativi di uno dei più importanti autori norvegesi, candidato anche al "Piccolo Nobel", ci mettono a tu per tu con sette uomini che si confrontano con la loro solitudine, che è fisica quanto esistenziale. Una solitudine quasi obbligata, imposta, ma anche una solitudine di cui essere gelosi, che non si vuole spartire né condividere. Tenuta in serbo dietro la maschera di ognuno dei protagonisti, insieme ai loro pensieri e alle loro turbe più profonde, che però aprono alla vera libertà. In uno scenario iperrealista, dove ogni particolare più piccolo contribuisce alla definizione della storia, si intrecciano dialoghi scarni e minimalisti, che assomigliano quasi a dei monologhi interiori che provengono dai protagonisti ridotti a ombre. Quasi una drammaturgia, che da una lentezza languida approda a un crescendo erotico sempre più coinvolgente, per ricadere immediatamente dopo in una indolente melanconia post-coitum.