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Un giorno si dice pentita perché ora è a quel figlio che deve quotidiane cure amorose, a quel figlio a cui cucina poco cibo, che porta a scuola con sé perché non saprebbe a chi lasciarlo; e poi, se quel figlio mai dovesse morire, lo vuole avere con sé, che almeno questo accada tra le sue braccia. La guerra ti porta a fare pensieri orribili, e nulla è più inaccettabile dell'immaginare la morte di un figlio. Ma l'averlo messo al mondo in guerra è già segno che sangue, polvere e immondizia, se non fertili quanto il letame, comunque alimentano il pensiero del futuro.