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Il paesaggio è oggetto complicato e complesso. In esso l'eternità del tempo confluisce tutta assieme, in un attimo solo. Preesistenza. Persistenza. Storia. Memoria. Luce. Tutto si riassume in uno sguardo. Ma per quanto si creda, non siamo noi che guardiamo il paesaggio, ma è lui che guarda noi. Non ce ne accorgiamo ma, da quando nasciamo, man mano lo sguardo del paesaggio si fissa dentro di noi; incide la nostra anima con le sue forme e la sua sensibilità. Imprime dentro di noi la sua personalità materiale e simbolica. Il paesaggio possiamo dire, frutto della mano dei padri, ci è padre. E come noi abitiamo la sua superficie, la sua metafisica abita noi. Sicché, la nostra personalità è scolpita dalla sua presenza. E per tutta la nostra esistenza, ovunque saremo, la nostra soggettività sarà figlia del suo sguardo, come documentano queste fotografie scattate in occasione del progetto Pellegrini di Puglia.