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Una narrazione effervescente, propulsiva, da parte di uno dei protagonisti de "I giorni di Piazza Tahrir", la piazza nel cuore del Cairo che ha saputo sorprendere il mondo con la sua rivoluzione pacifica e non violenta che Mohamed Shoair, brillante giornalista egiziano, non esita a chiamare "rivoluzione che ride" poiché: "Per la prima volta assistiamo a movimenti di protesta o rivoluzioni che abbattono il dittatore cantando e ballando, ascoltando musica e declamando poesie". Così questo piccolo libro di Shoair ci fa entrare direttamente nel fuoco percussivo di piazza Tahrir, ci riporta le voci, i desideri, le strategie, le attese, il coraggio di "Giovani e vecchi. Uomini e donne. Musulmani e cristiani." che insieme hanno abbattuto a mani nude il regime autorizzato di Hosni Mubarak. In queste settimane di rivolte i giovani del mondo arabo si sono mossi in una luce nuova che smentisce tutti i luoghi comuni a proposito dell'impossibilità dei musulmani di accedere a una propria idea di democrazia. Probabilmente il mondo di paura e terrore diffuso a partire dall'11 settembre 2001 è finito nella gioiosa macchina di piazza Tahrir che ha fatto tacere persino il terrorismo.