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Il Lai di Haveloc (primo XIII secolo) è versione di un racconto - condotto secondo gli stilemi del genere lai, forma tra le più antiche della narrativa breve oitanica, ma, in generale, romanza - assemblato per la prima volta dallo storiografo anglo-normanno Geffrei Gaimar nella sua Estoire des Engleis (1145-1150c.). In entrambe le redazioni il racconto, che rifonde motivi narrativi di una tradizione che affonda le sue radici nell'antichità dell'epos europeo, motivi come i sogni profetici, i segni di futura sovranità, il corno magico che (come l'arco di Ulisse) consente di riconoscere il legittimo erede di un regno, converge sulla figura di un giovane destinato a dignità regale come signore del dominio danese, che tuttavia gli è precluso a causa di un'usurpazione, alla quale si unisce quella della egualmente offesa moglie, erede del trono inglese. Nella sua lineare evoluzione, segnata da una forte matrice storica, Haveloc segna una delle numerose fasi di passaggio dalla materia del lai, a base mitico-folclorica, e dalla sua poetica lirico-cortese a quella della novella, con gli esiti che a questa saranno propri nell'area medio-inglese (Sir Orfeo, Sir Degaré...), sino a Chaucer.