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Fin dal primo libro della "Tebaide", Stazio va dritto al cuore del suo poema: l'orrore di una guerra fratricida per il potere, in un mondo in cui gli dèi inferi e superi sembrano coalizzarsi per creare un nefas inaudito. Questo volume si concentra sulla prima metà del libro (i versi 1-389), in cui l'azione "tragica" prende avvio da una concomitanza di cause: l'ira di Edipo che evoca Tisifone dagli Inferi; l'ira di Giove annunciata nel concilio degli dèi; l'indole tirannica dei due fratelli, che infrangono il patto di alternanza nella successione al trono. Il testo, accompagnato da un apparato critico selettivo e da una traduzione che condensa i risultati dell'esegesi, è analizzato in un commento filologico e letterario che studia i modelli, lo stile e il pensiero di un poeta difficile, dalla memoria letteraria sorprendente. Nel quadro del rinnovato interesse per l'epica Flavia, questa lettura puntuale si apre a un'interpretazione dell'intera "Tebaide", un'opera tra le più dense e affascinanti della letteratura latina. Presentazione di Federica Bessone.