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Pur non mancando riferimenti sparsi al rapporto fra i Promessi Sposi e le Scritture, nella sterminata bibliografia manzoniana si registra l'assenza di uno studio interamente dedicato a tale problema. L'enigma dell'altro nasce con l'intento di colmare questa lacuna. Nel primo capitolo del volume si rileva l'impossibilità umana di possedere la verità integrale, detenuta invece da Dio. Nell'umile consapevolezza di ciò, l'uomo non deve abbandonarsi a un solipsismo egoistico e paralizzante, ma aprirsi al fecondo enigma dell'altro, votarsi alla multiprospetticità e all'inquietudine costruttiva, incamminandosi sulla via del progresso spirituale. Nel secondo capitolo la vexata quaestio della Provvidenza nei Promessi Sposi viene investita di una luce nuova, che illumina tangenze intertestuali sinora inesplorate e rivela la seducente complessità della visione del mondo di Manzoni.