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'Il Llibre de les bèsties (1287-1289) di Ramon Llull si inserisce in una lunga tradizione animalistica, non solo occidentale, cui l'autore aggiunge la metaforizzazione dell'animale, funzionale al proprio discorso e investita da una parziale risemantizzazione. L'opera è compresa in un testo più ampio, il Fèlix o Llibre de Meravelles (Libro VII), pur godendo di una certa autonomia. L'impianto narrativo e la componente letteraria, però, non risultano del tutto connotanti, essendo questi testi in parte orientati alle finalità e alle modalità logico-formali dell'Ars lulliana. Il Llibre è uno speculum principis peculiare e raccoglie una serie di suggerimenti da applicare alla gestione della cosa pubblica, sintetizzati in exempla i cui protagonisti sono animali (come nel Kal+la e Dimna). Tra di essi, la Volpe è debitrice soprattutto del Roman de Renart, benché le fonti siano plurime e rielaborate ai fini dell'esemplarità. Fra le caratteristiche letterarie, spicca il meccanismo di mise en abîme, trattato in modo originale secondo una struttura iterativa, quasi 'a ripetizione', piegata al fine didascalico.'