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È la metafora di una grande rinascita, un campo di battaglia esistenziale dove sono sbocciati i fiori più belli in una delle pagine più drammatiche della recente storia europea, quando le poche miglia di mare che separano l'Albania dalla Puglia, di fatto invalicabili per almeno cinquant'anni, sono diventate in quel periodo il tratto più trafficato al mondo. Di questo romanzo, di stampo neorealista con punte di intimistica poesia, Troka è sia protagonista che voce narrante, e procede per deja vù, sfalsando i piani temporali, mescolando ricordi che fanno ancora male ad attimi di spensieratezza. È così che costruisce un viaggio a ritroso, una narrazione in crescendo che si libra leggera sopra la ferita sanguinante che siamo, mostrandoci le nostre più sublimi e tragiche sfaccettature.