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Angelo Mancini intraprende un doloroso percorso onirico sia all'interno di una società confusa, inquinata, conformista, sia dentro si sé, via via convinto dell'assurdità della comunicazione in questi tempi. È un viaggio ironico, sentimentale e razionale, che inizia e si chiude in una casa di cura dopo un intervento chirurgico con l'acquisita consapevolezza che all'uomo, al poeta, universalmente considerato pazzo e visionario, è impossibile incidere su un mondo profondamente malato e disumanizzato.