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"'Il Libro del dialogo', nell'opera di Jabès, è il libro che più di altri mette in scena la centralità del tu. Il tu, nella grazia della sua singolarità e irripetibilità, e nel limite della sua finitudine, è osservato come sorgente, per l'io, di un riconoscimento di sé, come principio da cui sgorga la conoscenza di sé. "L'Io è miracolo del Tu", dice un passaggio del libro che potrebbe essere assunto come esergo per una riflessione intorno al rapporto con l'altro, intorno alla presenza dell'altro nel tempo e nello spazio della propria interiorità. Il dialogo non è nella comunicazione, nell'agire comunicativo, non è nella parola che si sovrappone alla parola, che ad essa replica e da essa rimbalza, non è nella rappresentazione di sé affidata alla lingua. Il dialogo è silenzio che cerca di muoversi verso la lingua, ascolto che si svolge in interrogazione, immagine dell'altro che cerca la via della prossimità." (Antonio Prete)