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In Valle d'Aosta, in un luogo imprecisato nel cuore delle Alpi, un uomo in evidente stato confusionale si lancia in un furioso e trasognato monologo. La sua mente instabile, in preda a fantasmi e ossessioni, analizza la vita propria e quella altrui e insieme il contesto sociale mettendo in luce le condizioni del mondo alpino. La voce solitaria e demente racconta la storia anche come un reportage letterario per scrutare i grandi fatti, per un'etnografia postmoderna, amara lente di ingrandimento della decadenza civile europea.