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«In questa nuova raccolta poetica affiorano due tipi di suggestioni. Tutte e due giocose e leggere. Quella italiana dei Vito Riviello, Toti Scialoja, Gianni Rodari, Totò. E quella americana dei Carl Sandburg, Frank O'Hara, E. E. Cummings. Più un'estetica visionaria e comica che è delle strisce dei Peanuts o di certi cartoni animati della Warner Bros che son stati assai importanti nella mia formazione poetica. Trovo illeggibile gran parte della poesia contemporanea, noiosa e sussiegosa. Se la poesia è questa solita, prevedibile accademia, insomma, l'implacabile poesia dei professori, beh, posso tranquillamente dichiarare che io la poesia la odio. Che il genere è degenerato. Che per restituirle un po' di vitalità, occorre sporcarla col linguaggio quotidiano, contaminarla con quello che ogni giorno vediamo, ascoltiamo, diciamo. Che serve sempre più invenzione, gioco, feroce autoironia».