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Nella prima parte, lo scritto, attraversando le fonti demonologiche e giuridiche dell'età della Controriforma, vi indaga il comportamento gestuale e la fisicità del corpo soggetto a possessione demoniaca, ricavandone una sorta di teatro del demone e delle sue produzioni. Nella seconda parte, sulla base della coeva trattatistica teologico-morale, pone in confronto, da un punto di vista morfologico e sintattico, il corpo del posseduto con quello dell'attore della commedia dell'arte, individuando, attraverso i caratteri simili, la grammatica che governa la relazione teatro-negotium diaboli. L'ultima parte riflette su un'idea moderna di demone-teatro attraverso il pensiero dell'ultimo Artaud, utilizzato in forma di frammenti e deconnessioni.