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Luigi Poiaghi, di nascita lombardo e romagnolo d'adozione, di certo trova nei fermenti di creatività artistica della Milano del '68 quello spirito di ricerca che pone il suo fare arte in un continuo errare, molto in sintonia col motto della beat generation "il fine del viaggio è viaggiare" che fu l'inconsapevole radice del pensiero dei giovani della Contestazione. Il suo errare è stato, ed è, più che nello spazio esteriore in quello interiore del suo essere. Egli è scultore e pittore di natura introspettiva, animato nel fare da forte sensibilità artistica che lo porta a realizzare opere misteriose perché con delicatezza svelano profondi sentimenti dell'animo umano.