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Il comico, l'ironia, il sarcasmo, lo sberleffo, la satira: per secoli interdetto alle donne, il riso ora abbonda sulle loro bocche - e nelle loro opere. Scrittrici, attrici, performer sembrano da qualche tempo essersi liberate di questo antico tabù: ridere per una donna era considerato sconveniente, sguaiato, a tratti osceno. Ma soprattutto: ridere perché, di chi, e come? Ridere di gioia, di contentezza; ridere di sé, prima di tutto, ma anche di altri e altre o di situazioni apparentemente paradossali; ridere con eleganza, sottigliezza, malizia, cattiveria: con le parole, i gesti, il travestimento, il gioco dello scambio di generi - e con la gola, la bocca, gli occhi, il corpo tutto. Le autrici mettono a fuoco un'ampia varietà di esempi di come le donne si siano prese il gusto di ridere: partendo da una tradizione che risale ai topos dell'antichità fino a romanzi, film, spettacoli teatrali, sketch televisivi, blog e performance che spopolano nel Web. Un taglio trasversale e interdisciplinare che apre a un ulteriore confronto e illumina uno scenario in rapida, felice evoluzione.