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Di certo in letteratura l'ambivalenza appare sempre di più come il vero motore della narrazione, quel resto ineliminabile, quel residuo, a volte fastidioso, che pure occorre ascoltare, che spinge a decisioni apparentemente incongrue, determina svolte e destini che danno spessore a trame e scritture. Sul filo di un serrate confronto con tre romanzi contemporanei - L'amica geniale di Elena Ferrante, Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka e L'arte della gioia di Goliarda Sapienza - i saggi raccolti in questo volume esplorano vari aspetti e diverse modalità con cui le autrici mettono all'opera la potenza dinamica dell'ambivalenza: nelle relazioni tra donne, come nel caso delle amiche Lila e Lenù; nel complesso fenomeno delle soggettività migranti, esemplificate dalle spose per procura che dal Giappone viaggiano in nave verso la California tra le due guerre mondiali; nella costruzione di una "personaggia" monumentale e solo apparentemente compatta, quale la Modesta che attraversa da donna libera l'intero secolo che abbiamo alle spalle. Narrative che dialogano con le rappresentazioni che artiste/i di varie nazionalità, ma sempre all'incrocio tra più mondi - geografici, culturali, sessuali - ci offrono di sé come specchio di una ambivalenza che segna e allo stesso tempo produce gli scenari dell'immaginario del terzo millennio.