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Uruguay 1973 - 1985: questi il luogo e il tempo del racconto scritto da Mauricio Rosencof e Eleuterio Fernández Huidobro, autori ma anche protagonisti di quella tragica parentesi storica che ha visto contrapposti i guerriglieri del Min (Movimento di liberazione nazionale) alla dittatura militare uruguayana. Tredici anni sottoterra, una prigionia lunga e disumana all'interno dei calabozos, celle d'isolamento alte 180 centimetri e profonde 60, di cui Mauricio Rosencof ed Eleuterio Fernández Huidobro evocano la memoria e il terrore; torture fisiche e psicologiche, alienazione e delirio sono il leitmotiv dei loro giorni e delle loro notti. Non c'è speranza per chi si oppone al regime. Finché una notte i due, relegati in calabozos contigui, riescono a squarciare il muro del silenzio creando un canale di comunicazione "altro" basato sul codice Morse: riattivare una qualsiasi forma di linguaggio significa per loro ritornare alla vita. Così "Memorie dal calabozo", che è la prima traduzione italiana dell'opera, ripercorre con sarcasmo e ironia la storia dell'Uruguay, dall'apogeo al declino della dittatura fino alla liberazione, attraverso la selezione di 154 testi sui 200 dell'edizione originale, diventando un vero e proprio canto alla vita contro tutte le barbarie.