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Drammaturgo di successo, scandaloso protagonista delle cronache letterarie, militante dell'Ira, leggendario bevitore e famoso cantastorie, Brendan Behan possedeva secondo Flann O'Brien "il cuore più grande che abbia battuto in Irlanda negli ultimi quarant'anni". Queste sue "Confessioni" costituiscono una picaresca autobiografia, infarcita di ogni sorta di digressioni, aneddoti, spacconate e rocambolesche avventure, il tutto innaffiato dall'immancabile "pinta di scura" e condito di ballate popolari e canzoni patriottiche. Tra pub e prigioni, cimiteri e bordelli, l'irrefrenabile Behan combatte una sua personalissima battaglia per la giustizia, non indietreggiando di fronte a nessuna sfida pur di rimanere fedele ai suoi ideali e mantenere alto il tasso alcolico. Dall'amata Dublino si sposta in lungo e in largo per l'Irlanda, fa frequenti viaggi clandestini in Inghilterra (dove è persona non gradita) e appena può corre a Parigi. Nelle sue pagine i ricordi si susseguono per improvvise associazioni mentali nello stile del racconto orale. Nasce cosi un libro di verso da ogni altro, di straordinaria vitalità ed esilarante inventiva, in cui la lotta per la libertà irlandese e gli esistenzialisti francesi vanno a braccetto con i più impenitenti e spudorati bevitori.