Tab Article
«Siamo bravissimi a dimenticare. Anche per questo è importante che questo libro sia stato scritto. Perché racconta come vorremmo che fosse l'Italia, che non ci fosse bisogno di una contingenza tragica per unire gli italiani: la bergamasca è sopravvissuta alle sventole della pandemia perché era così anche prima, una identità di valori e una capacità muscolare, montana, di resistere alle intemperie, ed è questo che vorrei vedere estendersi nel matto Paese in cui abitiamo, ma di cui facciamo parte un po' sì e un po' no, una regione sì e una no, un giorno sì e uno no». (dalla prefazione di Vittorio Feltri). Testimonianze di chi ha assistito impotente al primo assalto del virus: gente comune, dedita al lavoro, alla famiglia, alla propria comunità. Qui si è abbattuta la tragedia del Covid, trovando tutti impreparati: autorità politiche e sanitarie, abitanti e tecnici della salute. L'autore, un giovane di trent'anni, ha scoperto dai media i dati della carneficina in Val Seriana e ne è rimasto sconvolto. Per questo ha raccolto sussurri e grida che venivano dall'epicentro del contagio e, attraverso una serie di interviste ai parenti delle vittime, ai medici, ai religiosi e ad esperti coinvolti, ha ricostruito la voce della valle, non per chiedere vendette, ma risposte.