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Negli anni compresi tra il miracolo economico e le contestazioni del mondo del lavoro della fine degli anni Sessanta, Confartigianato affronta alcune delle sfide più importanti del secondo Novecento: il potenziamento delle tutele sociali per i lavoratori, la contrattazione collettiva e le spinte riformatrici della programmazione, la crescita economica e l'apertura del mercato europeo. I principali obiettivi che animano l'azione confederale sono l'ammodernamento dell'artigianato e il pieno riconoscimento dell'autonomia del settore. Per raggiungerli la Confederazione si confronta con progettualità diverse, talvolta alternative, provenienti dagli organismi concorrenti di rappresentanza degli artigiani e dei lavoratori, da Confindustria e dalle forze di governo. Se lo sviluppo dell'artigianato si rivela un percorso segnato da luci e ombre, anche per le speranze deluse dalla stagione riformista del centro-sinistra, la contrattazione collettiva dei rapporti di lavoro, con il varo dei primi contratti di settore, diventa lo snodo cruciale per il raggiungimento della piena autonomia dall'industria. Contemporaneamente, il rafforzamento della struttura associativa conferma il ruolo di Confartigianato come prima organizzazione di rappresentanza dell'artigianato sia sul piano nazionale che internazionale. Premessa di Giorgio Merletti, prefazione di Paolo Feltrin e postfazione di Matteo Morandi.