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La scena culturale grassroots delle grandi città mostra negli ultimi anni una particolare effervescenza: alle forme più tradizionali di impegno si va affiancando una istanza partecipativa orientata alla costruzione di un «politico urbano» inedito, che punta all'engagement della cittadinanza e all'apertura e moltiplicazione di nuovi spazi pubblici, anche grazie al supporto delle tecnologie di rete. L'osservazione della geografia di queste esperienze ci racconta di luoghi recuperati, sottratti all'abbandono o all'incuria, riconvertiti e ripopolati a partire da progetti condivisi di presa in carico dei commons urbani. I soggetti - individui e gruppi - che animano spazi, insieme fisici e connessi, della città attraverso declinazioni inedite dei linguaggi dell'arte, del cinema, del teatro si fanno promotori di pratiche partecipative sempre più inclusive mirate a coinvolgere i cittadini anche nella loro qualità di pubblici attivi. Tra le molte chiavi di lettura e i possibili ambiti di analisi di un fenomeno dalla natura multiforme, il volume si concentra sul caso romano, lo inquadra nella cornice di processi sociali più ampi e si concentra su alcune esperienze-chiave in cui l'attivazione della partecipazione appare efficacemente mediata dalla cultura.