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All'indomani della seconda guerra mondiale, in un Paese alle prese con i problemi della ricostruzione, gli artigiani muovono i primi passi verso l'associazionismo e la rappresentanza degli interessi sulle ceneri dell'esperienza fascista. Trova origine in questo momento Confartigianato, una confederazione che articola il suo progetto democratico attorno ad alcuni principi cardine: difesa della proprietà privata e della libertà d'iniziativa dell'artigiano, collaborazione con gli industriali, impegno per la rappresentanza unitaria, valorizzazione dell'artigianato come componente fondamentale del ceto medio. Il volume ricostruisce la fase fondativa e quella dello sviluppo associativo di questo organismo dalla metà degli anni Quaranta alla fine del decennio successivo, avvalendosi di una ricca documentazione interna e di fonti confindustriali e parlamentari. La ricerca affronta aspetti ancora poco studiati, come il dibattito sulla definizione dell'artigianato e sul suo ruolo economico e sociale, il progressivo definirsi del rapporto tra associazionismo artigiano, partiti e istituzioni, con particolare attenzione al non facile incontro tra le rivendicazioni confederali e le scelte governative nel corso del primo ciclo riformatore delle politiche per l'artigianato.