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Che cos'è la verità? Attraverso il confronto teorico con alcune delle principali declinazioni contemporanee di questo concetto, da Kant e dalla tradizione neokantiana al realismo metafisico, dal convenzionalismo a Heidegger e al relativismo radicale, emerge un'idea della verità come categoria valoriale unitaria e vuota di contenuto, primitiva e dunque indefinibile. La verità non è il rispecchiamento di una fantomatica "realtà in sé", ma un compito, un ideale regolativo che orienta i nostri sforzi conoscitivi volti alla conquista di piani sempre più ampi e comprensivi di oggettività, per mezzo di un'incessante unificazione razionale dell'esperienza. La concezione della razionalità, in cui questa nozione di verità si inquadra, contesta la contrapposizione heideggeriana fra pensiero (filosofico) e ragione (scientifica) e assottiglia la tradizionale distinzione fra scienze umane e scienze naturali. Poiché esclude ogni forma di fondazionalismo, che facilmente degenera nelle concezioni fondamentaliste di chi crede nell'esistenza di soggetti epistemici privilegiati, unici interpreti autorizzati della verità, l'autore indaga i legami tra ricerca del sapere e società democratica, le ragioni che militano in favore della più ampia libertà di opinione, del pluralismo delle idee e dell'informazione.