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Il tema della solitudine, del sentirsi abbandonati, l'impossibilità di esercitare una qualsivoglia autonomia, l'incapacità del chiedere un aiuto, è un terreno molto verosimile in cui il Custode Socio-Sanitario ha dovuto operare. Salendo le scale delle case dell'ALER, recandosi lungo le "ringhiere" delle case popolari, il Custode Socio-Sanitario, con l'aiuto del portiere, si è affacciato nelle abitazioni non come un intruso, ma con la forza di chi è disponibile a offrire una compagnia stabile. "Il Custode Socio-Sanitario è divenuto in breve tempo una figura professionale importante perché capace di individuare il bisogno, di analizzarlo e quindi di definire le migliori soluzioni per soddisfarlo attraverso l'opera di soggetti differenti tra loro e ben disponibili a interventi personalizzati e protratti nel tempo, secondo quel principio della 'presa in carico' che è alla base delle politiche di assistenza sociosanitaria della Regione Lombardia. Quello degli anziani in situazioni di fragilità è un bisogno di salute, di maggiore igiene o, semplicemente, di compagnia, di aiuto per le spese di tutti i giorni, di trasporto, di disbrigo pratiche, ma anche di piccoli interventi per riparazioni casalinghe e di acquisto di oggetti e strumenti a prezzi calmierati". (G. Boscagli)