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Una giovane ragazza bionda viene trovata sgozzata nella campagna retrostante una famosa discoteca del riminese. Accanto, con la testa fracassata, giace il suo assassino. Lui ha ucciso lei, ma chi ha ucciso lui? Il Maresciallo Maggio, di stanza a Viserba, dovrà sfidare molti luoghi comuni e sarà il suo istinto a fargli scoprire retroscena impensabili. Più testimone che protagonista, Maggio si muove in una Riviera ambigua e pericolosa, sempre orientandosi con la sua coscienza. "Nulla è più ingannevole dell'evidenza", sostiene un adagio: il delitto scatena la fantasia dei mezzi di comunicazione, che cercano di soddisfare il desiderio del pubblico alla facile commozione più che compiere il loro primo dovere, cioè informare. In conseguenza della pressione, gli organi di giustizia si sentono spinti ad agire per mostrare i risultati delle loro azioni. Ma questa pressione, tanto è indebita, causa indebite conseguenze. Il Maresciallo Maggio, metodico e riflessivo, vuole superare l'ipocrisia del mondo accelerato che viviamo, fatto di convenzioni sociali molto difficili da scalfire.