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L'attuale concezione dell'architettura del paesaggio spesso si identifica con la disciplina che studia e progetta gli spazi aperti, sia alla piccola scala come viali e giardini, sia alla grande scala come parchi o territori agricoli e boschivi. Questo particolare ambito di interesse è frutto della sedimentazione del retaggio storico del paesaggismo europeo del XVI secolo, il quale tuttavia, non si confronta con le attuali concezioni estetico-ontologiche in materia. Sotto questa lente si esclude, infatti, quella che è la principale espressione architettonica - il volume costruito - e si rimane ancorati a una declinazione naturalistica dello spazio. Questo libro si propone di maturare nel lettore una concezione più ampia della nozione di paesaggio, attraverso riferimenti alle contemporanee teorie estetiche e ai contributi della fotografia moderna; ma soprattutto vuole proporre l'interpretazione dell'architettura "fisica" non come un ente a sé stante ma come un tassello indissolubilmente legato col paesaggio, naturalistico e non.