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Nel 1952 Vincenzo Cabianca, in occasione della redazione del piano-concorso per la città di Siracusa, immaginava, in una visione globale, unitaria e innovativa il dipolo urbano Siracusa-Augusta. I due centri urbani definivano le due estremità di un territorio in cui attività industriali e valori archeologici e paesaggistici interagivano sinergicamente. La situazione attuale è ben lontana dalla configurazione suggerita da questa idea. In questo momento è in atto una lenta e invisibile metamorfosi i cui contorni, poco chiari, mostrano i segni di una condizione fuori controllo priva di governance e di disegno strategico. Il libro, a partire da un'indagine sul campo, si interroga su quali strategie e progetti possano definire un modello contemporaneo di urbanità fondato su un paradigma economico, sociale e culturale radicalmente diverso.