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Un diamante grezzo, non un diamante pazzo. Syd Barrett, il genio che inventò il rock psichedelico e che continua a essere un autentico mito per decine di milioni di persone, ha vissuto sessant'anni, trenta dei quali in assoluto silenzio. A dieci anni dalla morte, una biografia nuova e ricca di contenuti dimostra che l'uomo che fondò i Pink Floyd e che poi ne ispirò i futuri successi era affetto da una forma leggera di sindrome di Asperger, una condizione esistenziale comune che, nel suo caso, si identificò con la grande creatività iniziale. Attraverso un rigoroso lavoro che parte dalla famiglia di Syd, dalle testimonianze di parenti ed ex fidanzate, l'autore di questo innovativo studio smentisce l'ipotesi schizofrenica, per tanti anni validata da voci e notizie infondate, e ci restituisce la figura di un uomo che indicò la strada della nuova musica e uscì di scena con dignità. Tutto ciò che è accaduto nella musica negli anni Settanta, le tracce seguite da Eno e Bowie, lo strabiliante successo di the dark side of the moon e wish you were here, appartiene alle intuizioni di un giovane borghese che amava Tolkien e l'I Ching, che conosceva la Bibbia e il Talmud e contemporaneamente, da autodidatta, divenne un musicista immenso. Il contorno è il racconto di un fermento irripetibile nella Gran Bretagna degli anni Sessanta, tra i Beatles, i Rolling Stones, Abbey Road, e i santuari della musica mondiale.