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A vent'anni dalla sua morte, è ormai universalmente scontato vedere in Kurt Cobain l'ultima grande incarnazione del tragico mito del rock'n'roll. Ma la constatazione principale da cui Charles R. Cross muove è che Kurt tutto fosse tranne che un essere eccezionale, un predestinato, un semidio o un demonio, un vendicatore degli oppressi o un testimone del Male. Piuttosto, è la normalità costretta e sofferta dell'uomo che pare affascinarlo e nei pressi della quale si sofferma più volentieri, mentre ricostruisce in parallelo la sfolgorante parabola artistica di cui il leader dei Nirvana è stato protagonista. Quattro anni di ricerca, quattrocento interviste, l'accesso ai diari di Cobain e alle foto di famiglia, unite alla competenza sullo scenario musicale di Seattle, hanno fatto di "Più pesante del cielo" la biografia definitiva del fragile ragazzo biondo che tradusse la propria personale sofferenza in arte.