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Quando nel 1959 il trentenne Berry Gordy fondò a Detroit la sua casa discografica, si affrettò a porre sulla porta d'ingresso del 2648 di Grand Boulevard un gigantesco cartello che recitava: "Hitsville U.S.A.", "la città dei successi". E la storia gli ha dato ragione: la Motown è l'etichetta indipendente più famosa della storia della musica, una vera e propria fabbrica di hit (oltre 180 numeri 1) che ha fatto ballare il mondo negli anni Sessanta con i suoi classici soul e pop. Nata all'apice del movimento per i diritti civili, fondata da un nero e incentrata su artisti neri, diede all'America bianca qualcosa di cui non si stancava mai: musica gioiosa, romantica, scatenata, piena di groove. Il libro di Nelson George - il testo definitivo sulla storia della Motown - racconta il dietro le quinte del periodo d'oro dell'etichetta, dalla fondazione fino al trasferimento, nel 1972, a Los Angeles: le persone piene di talento - i musicisti, i compositori e i produttori - che abbatterono le barriere tra neri e bianchi, tra i mondo dell'R'n'B e il mainstream, mostrando a tutti la bellezza della black music.