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Sia nei Tristia che nelle Ex Ponto, come emerge particolarmente dal III libro dell'ultima raccolta, Ovidio più volte cerca di dimostrare l'infondatezza delle ragioni che hanno decretato la sua relegatio, ma, nello stesso tempo, ammette l'atto di giustizia compiuto dal princeps: la ristretta destinazione del carmen e la sostanza dell'error provocano la dicotomia e gli fanno vivere un evidente conflitto; il poeta avverte di essere vittima di giochi di potere mai contrastabili, e si rende sempre meglio conto del vuoto aperto intorno a lui. L'atmosfera torbida che si è creata intorno alla sua figura gli ispira così la scrittura di testi denuncianti l'eccessiva rigidità da parte di chi ha sottratto un diritto di libertà, non più restituendolo.