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Quali canzoni e generi prediligono i giovani contestatori degli anni 1968- 1977? Soltanto i canti e gli inni politici e sociali? Perché si chiedono se il rock sia rivoluzionario? Se sia "musica del popolo" oppure no? Preferiscono il progressive o l'hard rock? Apprezzano il jazz? E i cantautori? Quali motivazioni sottendono le loro scelte musicali? Il libro cerca di rispondere a queste domande attraverso la ricostruzione del dibattito sui vari generi musicali che si sviluppa negli anni Settanta sui periodici vicini alla nuova sinistra e tra i giovani partecipanti al movimento e, soprattutto, attraverso l'analisi testuale e sonora delle principali canzoni da essi apprezzate: da Contessa di Paolo Pietrangeli alle ballate di Ivan Della Mea e dell'operaio Alfredo Bandelli, dagli inni delle formazioni politiche extraparlamentari alle liriche di De André, dalla musica dei Rolling Stones e dei Beatles al rock di Jimi Hendrix e dei Led Zeppelin, dal progressive degli Area al jazz. Il libro si conclude con l'interpretazione dei più significativi testi dei due cantori del movimento del Settantasette: Gianfranco Manfredi e il compianto Claudio Lolli.