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La Sibilla è una figura storicamente esistita, presente anche nella mitologia greca e in quella romana. Le Sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente. Le Sibille del mondo antico erano leggendarie profetesse, collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo: Italia (Cuma), Africa, Grecia (Delfi), Asia Minore. Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi. Ma quante Sibille sono esistite? E in Italia? Quante versioni, quante leggende, e in quanti posti è stata collocata questa fantomatica figura? Ferdinando Neri, prendendo spunto dalla leggenda medievale della Sibilla, che occupa un libro del Guerin Meschino e poi uno della Salade di Antoine de La Salle, studia e approfondisce le tradizioni italiane della Sibilla, a volte caratterizzata da uno spirito profetico, a volte da una divina bellezza, a volte da una insana superbia, a volte dalla verginità, a seconda del luogo e del periodo in cui queste tradizioni e leggende orali ebbero luogo.