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"La musica, quella vera, va "dove c'è l'erba buona": la storia di Giovanni Martini è il racconto di un viaggio, o meglio di una fuga rocambolesca e favolosa che lo porta a unirsi a Garibaldi e ai Mille. Attraversa l'oceano per sottrarsi a una condanna, si arruola nel Settimo Cavalleggeri del generale Custer e scappa dalla tragedia che si consuma a Little Big Horn. Infine eccolo a Cuba, di nuovo al centro della battaglia, e poi a Nuova York. Compagna instancabile e fedele, la sua tromba, intorno alla quale - e attraverso la quale - Riondino e Manara ricostruiscono uno scenario caleidoscopico, perfino "etnografico", fatto di suoni, umori, colori, in cui si intreccia la musica popolare di paesi e continenti diversi, quel melting pot di primo Novecento che ha portato alla nascita del jazz. Accanto alle "decime" di David Riondino, Milo Manara raffigura i volti, il clima e le passioni. E come in un "infinito smarrimento", parole e immagini evocano ciò che va oltre il racconto, tanto le une che le altre ambigue e sorprendenti, entrambe necessarie a tessere l'"avventura della vita": proprio come la tromba di Giovanni Martini disegna nell'aria le sue melodie, proprio "come fa il vento con le foglie". Con una nota di Stefano Bollani e una postfazione di Massimo Donà.